sabato 25 aprile 2020

Festa della liberazione



La prima pagina del giornale comunista l'Unità del 26 aprile 1945
Il  25 aprile 1945 le truppe partigiane di liberazione consentirono la completa liberazione di Milano e dell'intero nord Italia dalle truppe naziste e da quelle fasiste di Salò, infeudate al nazismo. Questo evento segna la fine dell'occupazione nazi-fascista del nostro paese ed è stato assunto a data simbolica del successo della lotta collettiva della resistenza italiana contro il fascismo.

Il 23 aprile il Comitato di liberazione nazionale dell'Alta italia - CLNAI emanò l’ordine dell’insurrezione generale, che scattò il 25, portando a termine la liberazione delle maggiori città del centro e del nord. Il 21 giugno si insediava il governo presieduto da Parri e composto dai partiti del CLN, primo vero governo dell'Italia libera.

Risulta più che mai importante difendere questo anniversario dai tentativi di revisionismo che da più parti si levano e mantenere viva la memoria di quegli eventi affinché non vengano stravolti da chi ha interesse a occultare il passato.

Per celebrare questa ricorrenza voglio proporre due componimenti che ci riportano alla tragicità degli eventi di quegli anni. L'uno di Salvatore Quasimodo, "Le fronde dei salici",  pubblicato nel 1945 su una rivista e successivamente inserito nella raccolta Giorno dopo giorno (1947).

«E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento».

(S. Quasimodo, da Giorno dopo giorno)

Il secondo è una poesia di Alfonso Gatto, intitolata "25 aprile", tratta dalla raccolta "La storie delle vittime".


La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
«liberate l’Italia, Curiel vuole
essere avvolto nella sua bandiera»:
tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.
(Alfonso Gatto, da La storie delle vittime. Poesie della resistenza 1943-47, 1963-1965)

Buona festa di liberazione!

https://www.ilpost.it/2012/04/25/le-prime-pagine-sul-25-aprile-1945/

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